L’ansia è un sentire corporeo e psicologico universale che, a livelli non elevati e facilmente tollerabili, rappresenta un’esperienza di normalità; una risposta adattiva e funzionale alle contingenze in quanto, il suo emergere, rende la persona vigile e le permette di essere maggiormente attenta, attiva e propositiva.
L’Ansia patologica, invece, è un’ansia che difficilmente viene tollerata dalla persona, interferisce pesantemente con la sua vita e la condiziona negativamente, limitando e/o danneggiandone la qualità. Può manifestarsi, in modo esclusivo o combinato, sotto diverse forme: può presentarsi come agitazione motoria generale o tensione ai vari distretti muscolari del corpo (es: mal di testa, peso al petto, rigidità agli arti, respiro faticoso…), oppure coinvolgere gli organi interni (es: nausea allo stomaco, diarrea, sudorazione eccessiva, nodo alla gola…), o ancora, riflettersi a livello cognitivo (es: confusione mentale, difficoltà di orientamento spazio-temporale, sensazioni di testa vuota, smemoratezza…).
La pratica e la ricerca clinica, a livello mondiale, ha permesso di riconoscere come esista un preciso legame fra l’ansia patologica e la sfera emotivo-affettiva della persona in ansia. In particolar modo, l’ansia sembra comparire nel momento in cui vissuti emotivi complessi e spesso non consapevoli, riconducibili al passato ma risvegliati, per un qualche motivo, nel presente, premerebbero per riemergere ed essere rielaborati dalla persona stessa che però, in modo inconscio e per una qualche ragione interna, fatica a prendervi contatto. L’ansia, quindi, rappresenta il segnale dichiarante che vi è emotività inconscia che ricercherebbe espressione per essere meglio elaborata, ma alla quale ciò non è permesso.
Attraverso la psicoterapia breve ad orientamento dinamico, l’accesso a tali vissuti emotivi, non solo a livello di consapevolezza cognitiva, ma anche di esperienza interna diretta, permette di risolvere la sintomatologia d’ansia e di ridare al paziente sollievo e benessere, sia nel corpo che nella mente.
L’utilizzo, invece, dei soli farmaci ansiolitici, il cui scopo è semplicemente quello di sedare e di tenere sotto controllo l’ansia, risulta essere un intervento non risolutivo, in quanto non consente di considerare ed accogliere quei vissuti interni che, in quanto bloccati dentro sé, sono responsabili dell’ansia patologica.
Per quanto sopra esposto, una esclusiva terapia farmacologica (attentamente valutata da professionisti qualificati) potrebbe essere d’aiuto solo nei casi più gravi e nei quali sussiste l’urgenza di un intervento velocemente efficace per ridurre, nel più breve tempo possibile, gli effetti pesantemente debilitanti dell’ansia. Se la volontà della persona, però, è quella di risolvere completamente e definitivamente l’ansia, la terapia farmacologica dovrebbe essere sempre abbinata anche ad un percorso psicoterapeutico che, permetta, ad un certo punto, di poter far a meno dei farmaci.